A. G. (Antonio Gramsci)


In occasione dei sessant’anni dalla scomparsa di Antonio Gramsci, il Teatro S’Arza, ha pensato di fornire un suo contributo di studio e rielaborazione di quest’importante figura d’intellettuale e politico sardo.
In primo piano in questa fase del lavoro è la vicenda umana, piuttosto che quella politica o intellettuale, anche se è naturalmente impossibile scindere le tre sfere che col suo arresto si sono ineluttabilmente e indissolubilmente intrecciate fino all’atto conclusivo di tale drammatica vicenda, avvenuto con la sua morte a Roma.

Oltre il dramma individuale dovuto alla condizione d’incarceramento, si sovrapporranno alla vicenda umana di Gramsci, il periodo di silenzio della moglie durato quattro mesi, dovuto ad una forma di esaurimento di cui però Gramsci non era a conoscenza e, un secondo momento, il percepire di essere stato abbandonato al suo destino dai vertici internazionali di quell’area politica.

Il lavoro che fa parte di un progetto biennale di laboratorio, è visto come un momento aperto di studio sul libro “Lettere dal carcere”. Inoltre i materiali artistici proposti non riguardano la costruzione pedissequa di fatti, avvenimenti, personaggi, ma ciò che abbiamo voluto verificare è in quale modo frasi, riflessioni, situazioni tratti dalle “Lettere”, possano essere rielaborati da giovani ché non hanno conosciuto il fascismo, la guerra e neanche le situazioni di indigenza e arretratezza sociale che produssero quegli uomini e quelle idee.