Erinni

Rappresentate ad Atene nel 458 a.C. come terza tragedia dell’Orestea, le Eumenidi di Eschilo rappresentano lo scontro fra il potere ctonio delle Erinni e i nuovi dèi dell’Olimpo. Le Erinni, le mostruose “vecchie bambine” che perseguitano gli assassini dei consanguinei, lottano per il possesso di Oreste contro Apollo. Lo scontro fra diverse fasi di civiltà approda ad Atene dove il mito diviene mito di fondazione: Oreste viene giudicato nella prima sessione dell’Areopago, il tribunale presieduto dalla dea Atena. Sconfitte da un giudizio non privo di ombre, le Erinni si lasciano convincere dal potere persuasivo della parola e diventano Eumenidi, poderose protettrici della polis e dei suoi abitanti. Dai loro volti mostruosi non germoglia più la catena di vendette che insanguina la stirpe, ma una catena di benefici.
Eschilo conclude l’Orestea con un insuperato capolavoro in cui gli dèi campeggiano potenti e terribili. Le Eumenidi rispecchiano le fortissime tensioni interne che animavano Atene a metà del V secolo, e propone con forza il tema storico dell’invenzione della tragedia nel mondo occidentale, come paura educatrice: «Accade certo che talvolta / ciò che è pauroso sia un bene / e deve restare, assiso, / a vigilare sulle menti degli uomini».
Nella rielaborazione del S’ Arza Teatro si è voluto innestare la messa in scena e l’ organizzazione coreografica con alcuni principi espressivi scoperti e mutuati dalla ricerca compiuta sul carnevale di mamoiada , si è voluto mettere in primo piano i personaggi delle Erinni , poi trasformatesi in Eumenidi. Il testo è stato sfrondato delle informazioni che tendevano a spiegare o descrivere tratti di personaggi per cercare di definirli il massimo possibile coi linguaggi teatrali non verbali. Si è cercato di mantenere un clima essenziale lavorando con luci naturali, riducendo l’uso dei fari al minimo indispensabile.